La stagione delle campestri è ormai iniziata ed il corridore amante del cross non si lascerà sfuggire l’occasione d’ inaugurare il nuovo anno agonistico dedicandosi ad una delle specialità dell’atletica non a torto definite tra le più spettacolari tanto è diverso lo scenario su cui l’atleta si deve cimentare ed elevato è l’agonismo che profonde durante la gara. Non è una pura casualità che l’atleta si ritrovi a dover correre su percorsi fangosi, sterpaglia, ghiaccio, pozzanghere e strettoie, tutte condizioni che rendono la gara quasi mitica agli occhi di chi assiste alla manifestazione.
In questo genere di competizioni, che possono raggiungere qualunque lunghezza ma quasi mai superano gli otto, dieci chilometri, la misurazione del percorso, il più delle volte, è indicativa. D’altra parte le asperità della gara incidono fortemente sul risultato cronometrico e pertanto l’esatta indicazione della lunghezza della gara ha poco valore per l’atleta.
Generalmente i tracciati delle gare di cross sono ricavati su tratti di uno o più chilometri che l’atleta dovrà ripetere più volte.
E’ un tipo di gara difficile da affrontare non soltanto per le tante varianti legate alle caratteristiche del tracciato ma, soprattutto, per le difficoltà che possono sorgere per l’atleta a seguito di una sua scarsa capacità di adattamento ai vari tipi di percorso o, solamente, per effetto del tipo di preparazione svolta, non indirizzata all’addestramento specifico per questo tipo di competizione.
Dopo i soliti esercizi di mobilitazione articolare è bene eseguire un giro del percorso al ritmo con cui si effettua di solito il riscaldamento pre-gara, o addirittura, soltanto camminando, per individuare la natura del terreno, per valutare con attenzione eventuali salite e discese, per determinare l’assetto migliore per affrontare le tante curve strette o larghe poste sul percorso e cercare in anticipo le traiettorie migliori, in modo da evitare il più possibile le pozzanghere e i punti dove l’appoggio del piede è più problematico.
Su alcuni percorsi vengono inseriti di proposito degli ostacoli, quali fossati, tronchi d’albero o vere e proprie barriere. Durante il giro di perlustrazione è bene provare più volte a superare questi ostacoli in modo da affondarli durante la gara con una certa sicurezza.
Gli scarsi chilometri da percorrere fanno pensare a molti corridori che il cross sia una specialità ad esclusivo appannaggio dei mezzofondisti veloci. Ciò è vero, in una competizione di cross che presenta un tracciato muscolarmente impegnativo, in cui il ritmo gara non potrà essere particolarmente elevato. Si assiste così ad ottime performance di atleti in possesso di una buona velocità, e pertanto risultano avvantaggiati i mezzofondisti veloci.
Quindi, contrariamente a quanto si pensa, sui percorsi relativamente più veloci e rapidi quasi sempre si trovano in maggiore difficoltà i mezzofondisti rispetto al corridore che si dedica alle gare di endurance che può vantare una maggiore potenza aerobica e può quindi , mantenere per un lasso di tempo maggiore una velocità elevata.
L’idea di correre nel fango non sempre alletta i corridori, però l’occasione di correre una gara di cross, vista nell’ambito più ampio della costruzione del corridore e del raggiungimento della sua migliore condizione, si rivela un importante momento di preparazione anche per gli specialisti della corsa su strada, maratoneti compresi.
Tra i benefici che questa specialità determina nel corridore, vanno ricordati
q il miglioramento dell’abilità tecnica. Il cross addestra l’atleta a ricercare il miglior rapporto ampiezza e frequenza del passo rispetto alle diverse caratteristiche del percorso.
q Permette all’atleta di ritrovare sin dalle prime gare la giusta carica agonistica.
q Rappresenta un valido allenamento per migliorare il motore aerobico a.
Come precisato all’inizio di questo articolo, il cross è da considerarsi una vera e propria disciplina e per tale motivo essa va preparata con molta attenzione. E’ buona norma allenarsi su percorsi simili a quelli in cui sai svolgerà la gara, sviluppando con attenzione la tecnica di corsa del cross, allenandosi su percorsi misti, curve ad angolo retto e su terreni a tratti veloci ed a tratti pesanti.
Durante una gara di cross è controproducente partire a razzo; a volte si viene condizionati dal fatto che i chilometri da percorrere sono pochi e si parte a tutta birra dimenticando il maggior impegno fisiologico che un tracciato di cross presenta rispetto alla pista o all’asfalto, la tattica migliore è quella di gestire al meglio le forze nei primi ¾ di gara per poi dare tutto nell’ultimo tratto.
In ogni caso, se si corre con l’obiettivo di un piazzamento è bene guadagnare sin dalla partenza una posizione a ridosso dei primi per non correre il rischio di rimanere ingabbiati nel plotone più numeroso e dover quindi rinunciare alla possibilità di scegliere le traiettorie migliori per evitare le asperità del terreno. Se si rimane attardati sarà poi molto difficile e dispendioso rimontare, vuoi per la durezza del percorso che per la brevità della gara.
Si tratta certamente di un tipo di gara che va corsa con grande concentrazione controllando in ogni momento la tattica degli avversari e cercando il terreno (una curva secca, un tratto fangoso, ecc) dove attaccare e sorprendere gli altri corridori.
In caso di arrivo allo sprint, la tattica da adottare è anche qui diversa rispetto alla corsa su strada o in pista, dove è preferibile una condotta attendistica ed effettuare lo scatto quando l’avversario meno se lo aspetta.
Nelle gare campestri coloro che sono avanti possono scegliere le traiettorie migliori per piazzare lo sprint, lasciando ai rivali quelle meno favorevoli e che impegnano in misura maggiore l’atleta.
E’ facile intuire come cercare la testa della corsa significa godere di un vantaggio il più delle volte decisivo per il risultato finale.
E’ consigliato l’uso di chiodi che in alcuni casi si rivelano determinanti per la prestazione dell’atleta quando i percorsi presentano una certa scivolosità. Nel caso si corra su terreni veloci ed erbosi vanno bene i chiodi da nove millimetri, se il terreno è molto fangoso si possono usare quelli da dodici e da quindici millimetri.
Il nemico numero uno di coloro che corrono il cross è sicuramente il fango che dopo un po’ si attacca alla suola della scarpa facendo presa sui chiodi. Le scarpette raddoppiano quanto meno il loro peso ed il costo della corsa subisce una forte impennata. Alcuni corridori spalmano sulla suola e sui chiodi dell’olio o della vasellina in modo che il fango non aderisca alla scarpa.
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