LE CARATTERISTICHE TECHICHE DELL’ ELETTROSTIMOLATORE
In un muscolo stimolato il numero delle fibre che lavorano dipende dalle energie di stimolazione. Quindi occorre programmare con attenzione le funzioni dell’elettrostimolatore individuando il livello di stimolazione in funzione delle potenzialità muscolari dell’atleta, poiché al di sotto di una quantità di energia di stimolazione significativa, l’effetto sarebbe praticamente inesistente.
In sintesi, il progresso di un muscolo stimolato è tanto più evidente quanto più elevato è il numero di fibre che svolgono il lavoro. Pertanto risultati concreti si potranno realizzare soltanto lavorando con energie di stimolazione significative, in pratica, utilizzando livelli che permettono contrazioni al limite di quelle che si è in grado di sopportare.
Dopo il riscaldamento che dovrà produrre scosse muscolari ben definite, occorrerà aumentare progressivamente le energie di stimolazione, di contrazione in contrazione, durante i primi tre, quattro minuti della sequenza del lavoro.
Bisogna anche progredire nei livelli utilizzati di sedute in sedute. Per chi si avvicina per la prima volta all’utilizzo dell’elettrostimolatore ed è un soggetto che pratica sport con una certa costanza, già dalla quarta seduta potrà utilizzare energie di stimolazione elevate.
Le sedute con l’elettrostimolatore vanno necessariamente distanziate, il muscolo dopo la seduta di elettrostimolazione ha bisogno di tempo per completare il processo di anabolizzazione, pertanto chi ha in programma di eseguire sei, sette o più sedute nel corso della settimana, dovrà raggruppare più sedute nello stesso giorno, per realizzare uno, o meglio ancora, due riposi settimanali.
L’UTILIZZO CORRETTO DELL’ELETTROSTIMOLATORE.
· La scelta del numero dei trattamenti settimanali richiede una particolare attenzione.
L’atleta non deve dimenticare che la maggior parte dei programmi di elettrostimolazione creati dalla casa costruttrice impegnano con una certa intensità la muscolatura (è comprovato che i migliori risultati attraverso la pratica del protocollo dell’elettrostimolazione si ottengono quando il muscolo è stimolato sino alla soglia della resistenza), il rischio di ritrovarsi con una muscolatura “affaticata” in prossimità di un allenamento importante o di una gara è quantomeno reale.
Per quanto riguarda la durata di un trattamento completo su di un gruppo muscolare esso può variare da un minimo di venti minuti sino ad un massimo di quarantacinque, in funzione del tipo di programma utilizzato.
Il numero delle sedute di ogni singolo programma non dovrebbero superare le tre settimanali e buoni risultati si ottengono, in genere, con una quindicina di sedute. Ad ogni buon conto, è consigliabile interrompere il trattamento per una ventina di giorni prima di iniziare un nuovo ciclo dello stesso programma.
· Non vi sono gruppi muscolari su cui non sia possibile effettuare l’elettrostimolazione.
Il corridore potrà utilizzare senza alcun problema l’apparecchiatura sui distretti che sono maggiormente impegnati nel gesto tecnico della corsa, quali il quadricipite, il bicipite femorale, i glutei ed i polpacci.
Più difficile è per l’atleta l’individuazione dei gruppi muscolari che presentano, rispetto ad altri, una certa carenza sotto l’aspetto della forza, l’esperienza e la consulenza di un preparatore atletico potranno aiutare il corridore ad utilizzare nel modo più appropriato l’elettrostimolatore.
· Riscaldamento e Defaticamento.
Ogni trattamento deve essere necessariamente preceduto da una fase di riscaldamento e terminato con una di defaticamento. Quest’ultima, in particolare, si rende necessaria per raggiungere in tempi brevi un certo rilassamento muscolare.
· La corretta posizione degli elettrodi.
La posizione migliore è localizzata nella parte centrale del muscolo, perché permette di ottenere una contrazione omogenea e di stimolare anche le fibre più profonde.
· Quando si affronta un ciclo di trattamento con l’elettrostimolatore, si dovrà prescegliere, per le prime sedute, un livello di lavoro piuttosto basso.
Dopo i primi tre, quattro trattamenti sarà possibile incrementare l’intensità sino a raggiungere quella ideale in relazione alle capacità muscolari dell’atleta.
· Il corridore che acquista l’elettrostimolatore si trova di fronte al dilemma d’individuare il tipo di programma più idoneo alle sue esigenze.
Non vi è dubbio che l’utilizzo appropriato dell’apparecchiatura presuppone una certa programmazione da parte del corridore, egli dovrà valutare con attenzione quale tipo di protocollo di lavoro possa positivamente inserirsi nei suoi abituali piani di allenamento che prevedono l’impegno “volontario” del muscolo.
La scelta del programma dovrà essere compatibile con gli obiettivi che l’atleta si propone di raggiungere nelle varie fasi della sua preparazione.
In particolare, essa sarà influenzata dalla vicinanza o meno, rispetto al periodo di preparazione, di quello agonistico.
Quando gli appuntamenti agonistici sono lontani, l’atleta potrà pianificare la sua preparazione inserendo, ad esempio, i programmi di stimolazione di “RESISTENZA AEROBICA” E “FORZA RESISTENZA ”.
Nel caso si trovi nel vivo del periodo agnostico o nella fase di preparazione specifica per la maratona, potrà integrare gli allenamenti con i programmi di “CAPILLARIZZAZIONE” E “RECUPERO ”.
18 dic 2007
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